Nella comunità scientifica si riapre la discussione su grassi saturi, LDL-colesterolo (ai più noto come colesterolo cattivo) e malattie cardiovascolari.
Una alimentazione ricca di grassi saturi aumenta i livelli di LDL-colesterolo e questo è considerato essere la base per lo sviluppo della placca aterosclerotica.
E’ dunque attendibile termometro per valutare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari quali infarto del miocardio ed ictus – ad oggi prima causa di morte nel mondo.
Unanimemente condivisa è tale relazione mentre ad essere messo in dubbio è il rapporto tra causa ed effetto che porrebbe a più alto rischio il cuore dei forti consumatori di grassi saturi.
Una parte di ricercatori sostiene che non c’è differenza significativa nel rischio di ammalarsi tra chi consuma alimenti ricchi di grassi saturi e chi invece predilige gli oli vegetali.
Nello studio in oggetto un gruppo di dieci ricercatori internazionali ha rivalutato gli esiti di uno studio condotto nel Minnesota tra il 1968 e il 1973 mentre l’altro gruppo di ricercatori ha recuperato i dati pubblicati nel 1989 sulla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology integrandoli con i risultati di successive pubblicazioni.
‘I partecipanti che hanno avuto una maggiore riduzione del colesterolo mostravano un rischio di morte più elevato’, afferma Cristopher Ramsen, ricercatore del primo gruppo mentre più cauto è stato Lennert Veerman, epidemiologo e docente di salute pubblica all’Università del Queensland di Brisbane, che afferma: ‘I benefici legati al consumo degli acidi grassi polinsaturi appaiono oggi meno certi rispetto al passato.’
Ad oggi rimangono comunque indiscutibili i benefici -a più riprese sottolineati negli ultimi anni – riguardanti gli acidi grassi polinsaturi e gli alimenti che li contengono quali frutta secca – semi oleosi – pesce e olio d’oliva.
Questa la posizione GICR (gruppo italiano di cardiologia riabilitativa e preventiva)- Non si possono mettere in discussione le differenze tra i grassi saturi e quelli polinsaturi.
I primi, una volta degradati, si trasformano quasi interamente aumentano i livelli di colesterolo LDL: “sporcano” le arterie e finiscono per ridurne il lume, ostacolando l’afflusso ematico.
I secondi hanno un effetto lubrificante e aiutano a rimuovere anche i depositi di colesterolo cattivo.
Come comportarsi? Cosa fare?
Seguire una alimentazione ricca di verdura, frutta, cereali integrali, pesce, legumi e frutta secca o a guscio. Torna vincente la formula della alimentazione mediterranea!
Fonte: Christopher E Ramsden et al., Re-evaluation of the traditional diet-heart hypothesis: analysis of recovered data from Minnesota Coronary Experiment (1968-73) BMJ 2016; 353.